Il Programmatic Advertising è un metodo automatizzato per acquistare e vendere spazi pubblicitari online. Fine. Insomma, non è un concetto difficile, però si differenzia da alcune piattaforme di advertising diciamo più mainstream, come Google Ads o i Meta Ads, ad esempio.

Infatti, il programmatic advertising utilizza algoritmi e tecnologie software per gestire in modo efficiente l’acquisto di annunci pubblicitari digitali, con l’obiettivo di mostrare il giusto annuncio alla persona giusta, nel momento giusto, basandosi su dati e criteri specifici.

In questa breve guida al programmatic advertising vedremo innanzi tutto come funziona, e poi elencheremo alcune delle piattaforme più note ma anche più funzionali.

Come funziona il Programmatic Advertising?

La compravendita di spazi pubblicitari avviene in tempo reale attraverso piattaforme software, spesso senza la necessità di intervento umano diretto. Questo processo riduce i tempi e i costi rispetto ai metodi tradizionali.

In più, la maggior parte degli annunci programmatici viene acquistata attraverso un’asta in tempo reale, dove più inserzionisti competono per mostrare i propri annunci a un utente specifico. L’asta si svolge in pochi millisecondi mentre la pagina web o l’app si carica. Il processo si chiama anche RTB (Real-Time Bidding).

Nella pratica, gli annunci possono essere su siti web (il cosiddetto display advertising), ma anche mobile, video, native e di molti, molti altri tipi.

Targeting

L’acquisto degli spazi pubblicitari è spesso basato su dati come l’età, il sesso, la localizzazione, i comportamenti online e gli interessi degli utenti.

Ciò permette di mostrare annunci personalizzati e rilevanti per il singolo utente.

Quali sono i vantaggi del programmatic advertising? Perché si usa?

Questo complesso tipo di advertising automatizza un processo che altrimenti richiederebbe tempo e risorse. Poi, gli annunci sono mostrati a segmenti di pubblico altamente mirati, e la piattaforma offre dati in tempo reale e metriche precise per monitorare le performance delle campagne.

Infine, gli algoritmi possono ottimizzare le campagne pubblicitarie in base ai dati raccolti durante l’esecuzione.

Le piattaforme di programmatic advertising

Iniziamo con una definizione: le piattaforme di programmatic advertising si dividono in DSP (Demand-Side Platform), SSP (Supply-Side Platform) e Ad Exchange.

Tipi di piattaforme

DSP (Demand-Side Platform)

Le aziende (o inserzionisti) usano le DSP per acquistare spazi pubblicitari in maniera automatizzata.

SSP (Supply-Side Platform)

I proprietari di spazi pubblicitari, come i siti web, usano le SSP per vendere i propri spazi pubblicitari in modo automatico.

Ad Exchange

Un marketplace dove le DSP e le SSP si incontrano per negoziare e scambiare spazi pubblicitari.

Alcuni esempi di piattaforme DSP

  • Google Display & Video 360 (ex DoubleClick Bid Manager)

Parte della suite di Google Marketing Platform, consente agli inserzionisti di gestire campagne di advertising su larga scala su vari canali (display, video, mobile, ecc.).

Offre strumenti avanzati per il targeting, l’ottimizzazione e l’analisi delle performance.

  • The Trade Desk

Una delle DSP più popolari e avanzate. Consente l’acquisto di spazi pubblicitari su diverse piattaforme, inclusi display, audio, video e CTV (Connected TV).

Fornisce un’ampia gamma di dati e funzionalità di targeting.

  • MediaMath

Piattaforma molto flessibile per il programmatic advertising che consente agli inserzionisti di gestire e ottimizzare le campagne pubblicitarie in tempo reale.

Si distingue per la capacità di integrazione con molti partner di dati e la sua offerta multicanale.

  • AppNexus (ora parte di Xandr)

Una DSP e SSP in un’unica piattaforma che offre accesso a un’ampia rete di spazi pubblicitari su più canali (web, video, mobile, CTV).

Famosa per la scalabilità e l’uso di intelligenza artificiale per l’ottimizzazione delle campagne.

  • Amazon DSP

Piattaforma di advertising di Amazon, che permette agli inserzionisti di accedere agli spazi pubblicitari all’interno dell’ecosistema Amazon (siti web, app, dispositivi come Kindle e Fire TV) e su altri siti partner.

Offre targeting avanzato grazie ai dati sui consumatori di Amazon.

  • AdRoll

Una piattaforma che si focalizza su campagne di retargeting e acquisizione di nuovi clienti. AdRoll permette di gestire campagne su vari canali, tra cui display, social, e email.

Alcuni esempi di piattaforme SSP (Supply-Side Platform)

  • Google Ad Manager (ex DoubleClick for Publishers)

È uno degli SSP più utilizzati a livello mondiale. Google Ad Manager consente ai publisher di gestire e monetizzare i propri spazi pubblicitari.

  • Rubicon Project (ora parte di Magnite)

Una delle piattaforme SSP più importanti e trasparenti. Consente ai publisher di vendere gli spazi pubblicitari su vari formati (display, video, mobile) tramite aste in tempo reale.

  • PubMatic

Un SSP utilizzato da molti grandi publisher per ottimizzare la vendita dei propri spazi pubblicitari. PubMatic offre anche soluzioni per mobile, video e CTV.

Ha un forte focus sulla trasparenza delle transazioni.

  • OpenX

Una piattaforma SSP che aiuta i publisher a massimizzare i guadagni attraverso il programmatic. OpenX offre anche un mercato privato per le aste, dove i publisher possono avere più controllo sugli inserzionisti.

  • Index Exchange

Un SSP molto popolare per i publisher che vogliono monetizzare i loro contenuti attraverso formati di annunci display e video. È nota per la sua trasparenza e l’approccio “header bidding”, che aiuta a massimizzare i ricavi pubblicitari.

Altre piattaforme con funzionalità DSP e SSP integrate

Alcune piattaforme forniscono soluzioni sia per inserzionisti che per publisher, fungendo da DSP e SSP. Ad esempio:

  • Xandr (ex AppNexus, ora di proprietà di Microsoft)

Combina le funzionalità di DSP e SSP, offrendo una soluzione completa per comprare e vendere spazi pubblicitari.

  • Verizon Media (ora Yahoo DSP)

Fornisce soluzioni DSP e SSP attraverso la rete di Yahoo e le sue proprietà, oltre a una rete più ampia di publisher.

Lo sappiamo, le nozioni che abbiamo dato sono molte, e non sufficienti per iniziare a occuparsi in autonomia di paid advertising.

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