Diciamocelo: ormai senza annunci online e in generale senza digital marketing non si va da nessuna parte. Chi non mette a budget una cifra corretta per sostenere la propria presenza sul mercato digitale, quasi sempre rischia di essere soppiantato immediatamente da chi invece ha deciso di investire nel paid advertising.
Abbiamo inserito un “quasi” davanti al “sempre” perché esistono diversi business case di aziende con un ottimo passaparola, o che offrono servizi per dei buyer che non si riforniscono online, o per dei clienti diretti che non effettuano acquisti online o “non si fidano” degli annunci online. Ognuno ha la propria buyer persona, questo è vero… Ma siamo sicuri che la tua non si stia spostando sempre più online?
Facciamo caso a un fenomeno sociale molto comune: lo spostamento di fasce d’età sempre più alte sui social. I social “invecchiano” in fretta, quanto a popolazione media.
Quindi, non sottovalutiamo la presenza online del nostro target di mercato.
Fatta questa doverosa premessa, veniamo a questo elenco dei principali canali di paid ’advertising, da cui a nostro parere le aziende dovrebbero saccheggiare a piene mani. Il taglio di questa guida sarà pratico e proporrà dei consigli anche in base alla dimensione aziendale, al target e agli obiettivi di campagna.
Iniziamo!
1. Google Ads
Nonostante la concorrenza di altri tool molto funzionali, Google Ads è ancora il Lion King dell’advertising. Stiamo parlando di uno dei canali pubblicitari più potenti e diffusi al mondo, e l’Italia non fa eccezione. Questo strumento permette alle aziende di creare annunci che appaiono nei risultati di ricerca di Google, sui siti web partner tramite la rete display di Google e su YouTube.
Il suo vantaggio principale è l’ampio raggio d’azione: Google detiene oltre il 70% del mercato dei motori di ricerca in Italia, quindi gli annunci su questa piattaforma possono raggiungere un pubblico davvero molto vasto.
IN più, Google Ads offre opzioni di targeting molto precise, basate su parole chiave, dati demografici, interessi e comportamenti; inoltre, fornisce strumenti di analisi dettagliati che consentono di monitorare le performance delle campagne e ottimizzarle in tempo reale.
Best Practice per Google Ads
Prendiamoci del tempo per usarlo bene, visto che è uno strumento così utile!
Per usare bene Google Ads, è fondamentale condurre una ricerca accurata delle parole chiave per assicurarsi che gli annunci siano mostrati al pubblico giusto.
Anche le landing page devono essere pertinenti e ottimizzate per convertire i visitatori in clienti.
Le estensioni possono migliorare la visibilità e il tasso di clic degli annunci aggiungendo informazioni utili come link aggiuntivi, recensioni e numeri di telefono.
2. Facebook Ads
Sembrava passato di moda, e invece no. Facebook Ads è un altro canale pubblicitario molto popolare (parliamo qui specificamente del mercato italiano), grazie alla vasta base di utenti della piattaforma. Gli annunci possono essere visualizzati su Facebook stesso, su Instagram, Messenger e nella Audience Network.
Anche Facebook, come Google Ads, permette di targettizzare gli utenti in base a dati demografici, interessi, comportamenti e connessioni sociali. Queste ultime tre caratteristiche forniscono a Facebook uno scarto positivo su altri motori di ricerca non basati sui social.
In più, gli annunci su Facebook e Instagram possono essere molto visivi. Tra immagini, video, carousel e storie, un content creator può sbizzarrirsi per colpire il vostro futuro cliente dritto al cuore.
In più, non dimentichiamo che gli annunci su Facebook possono generare interazioni sociali come commenti, condivisioni e like, aumentando l’engagement e la portata organica.
Best Practice per Facebook Ads
Dato che le immagini e i video sono così importanti, è il caso di usarli bene.
In più, meglio condurre test A/B per determinare quali varianti degli annunci funzionano meglio. Le campagne di retargeting sono poi un ottimo modo per raggiungere nuovamente gli utenti che hanno interagito con il tuo sito web o app aziendale.
3. LinkedIn Ads
Come dicono gli anglofoni, “there’s a new cat in town”.
LinkedIn Ads è particolarmente efficace per il B2B marketing, perché permette alle aziende di raggiungere professionisti e decision maker attraverso annunci display, sponsorizzazioni di contenuti, InMail sponsorizzate e altro.
LinkedIn, come Facebook, permette di targetizzare gli utenti in base a dati molto più strutturati e molto più utili per capire la buyer persona. Parliamo di dati professionali, come il lavoro, il settore, l’azienda e l’anzianità.
Qui, oltre agli annunci, è possibile condividere altro materiale che potrebbe sembrarti utile mettere online, come whitepaper, case study e webinar.
Best Practice per LinkedIn Ads
Non stancarti mai di segmentare il pubblico!
Ma soprattutto, non stancarti mai di promuovere contenuti che educano e informano il pubblico target – senza dimenticare una call to action chiara e convincente per ogni annuncio.
4. Programmatic Advertising
Quando parliamo di programmatic advertising, intendiamo algoritmi e dati per acquistare spazi pubblicitari in tempo reale, ottimizzando la distribuzione degli annunci su un vasto numero di siti web e piattaforme. Google Ads, benché ottimo, non copre tutte le funzionalità avanzate di un sistema programmatico completo (DSP e SSP).
Non sai di cosa stiamo parlando? Consulta la nostra guida sul programmatic advertising!
La programmatic advertising, in breve, automatizza gran parte del processo di acquisto degli annunci, riducendo i costi e migliorando l’efficienza. Le piattaforme programmatiche utilizzano dati di prima, seconda e terza parte per targettizzare gli utenti in modo molto preciso, con il vantaggio unico di consentirti di raggiungere un vasto pubblico attraverso una grande varietà di canali e dispositivi.
Alcuni esempi pratici: come piattaforme di programmatic advertising DSP (Demand-Side Platform) abbiamo Google Display & Video 360 (ex DoubleClick Bid Manager), oppure The Trade Desk. Come piattaforme SSP (Supply-Side Platform), Google Ad Manager (ex DoubleClick for Publishers) è uno degli SSP più utilizzati a livello mondiale.
Abbiamo anche Rubicon Project (ora parte di Magnite) e PubMatic, o Xandr, che ha alcune funzionalità DSP (solo per citare alcune delle piattaforme più famose).
Best Practice per il programmatic advertising
Se ancora non l’hai considerato, il programmatic advertising è un mondo a parte. A seconda del canale scelto, dovrai adottare diverse best practice ma quello che possiamo dire con sicurezza è che avrai bisogno di mettere in atto un monitoraggio costante per ottimizzare le performance in tempo reale.
5. YouTube Ads
YouTube, di proprietà di Google, è la piattaforma di video sharing più popolare al mondo e in Italia, offrendo opportunità pubblicitarie attraverso annunci video pre-roll, mid-roll, bumper e display.
Gli annunci video possono essere molto coinvolgenti e hanno un forte impatto visivo, in più YouTube raggiunge un pubblico di miliardi di persone, ogni giorno.
Anche le campagne su YouTube, poi, beneficiano delle potenti opzioni di targeting di Google.
Best Practice per i Youtube Ads
Crea annunci video brevi e coinvolgenti che catturano l’attenzione nei primi secondi, e assicurarsi che il claim sia chiaro e diretto.
Inutile dire che bisogna concludere con delle call to action chiare e facili da seguire.
6. Native Advertising
Il native advertising c’è, ed è ancora in ottima salute. In sostanza, consiste in annunci che si integrano naturalmente nel contenuto del sito web o della piattaforma su cui appaiono, rendendo la pubblicità meno intrusiva e più accettabile per gli utenti. Gli utenti tendono a fidarsi di più degli annunci che non interrompono l’esperienza di navigazione.
La native advertising può assumere diverse forme, inclusi articoli sponsorizzati, video, infografiche e altro.
Best Practice per il native advertising
Come vale quasi sempre, anche per il native advertising bisogna investire in contenuti sponsorizzati che aggiungono valore e sono rilevanti per il pubblico target.
Bisogna essere chiari sul fatto che si tratta di contenuti sponsorizzati per mantenere la fiducia degli utenti e assicurarsi che gli annunci siano coerenti con il contesto del sito web o della piattaforma.
7. Amazon Advertising
Amazon Advertising offre delle opportunità interessanti per i venditori e i brand che desiderano promuovere i loro prodotti sulla piattaforma di e-commerce più grande al mondo.
Il primo grande vantaggio di questa piattaforma di annunci online è che gli utenti di Amazon sono spesso già in fase di acquisto.
In più, Amazon dispone di dati ricchi sui comportamenti di acquisto degli utenti, permettendo un targeting molto preciso.
Altro vantaggio: le opzioni pubblicitarie includono annunci di prodotto sponsorizzati, display ads e video ads.
Best Practice per gli Amazon Ads
Usa delle parole chiave pertinenti per raggiungere gli utenti che cercano prodotti specifici. Può sembrare una considerazione banale, ma in realtà è uno degli errori più comuni!
Assicurati che i prodotti abbiano buone recensioni e valutazioni per migliorare le performance degli annunci.
Infine, dulcis in fundo, ottimizza le pagine prodotto con immagini e descrizioni di qualità.
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