Impostare una campagna Google Ads: le metriche e il loro significato
Abbiamo già parlato delle cinque cose da fare prima di impostare una campagna Google Ads. Adesso è il momento di entrare più a fondo e capirci qualcosa di tutti quei campi con acronimi strani che vedi di fronte a te nella schermata Google Ads.
CPC, ROI, CPT… No, non stiamo parlando in codice: sono le metriche, e comprenderle è indispensabile per far decollare la tua campagna!
Ora che l’intelligenza artificiale di Google ti aiuta anche a scegliere il formato migliore per i tuoi annunci, è proprio il momento di attivarsi, se ancora non l’hai fatto, e di far conoscere la tua attività a tutti!
Inizieremo inizieremo parlando delle metriche più comuni, di cosa significano e di come usare.
CTR – Quanto è efficace la campagna
Il CTR, o Click-Through Rate (tasso di clic), è una metrica comune nel marketing digitale, utilizzata per misurare l’efficacia di una campagna pubblicitaria online o di altri tipi di contenuti digitali. Il CTR indica la percentuale di utenti che hanno cliccato su un link rispetto al numero totale di utenti che hanno visualizzato l’annuncio o il contenuto.
Il CTR si calcola dividendo il numero di visualizzazioni per il numero di clic, e moltiplicando per 100 il risultato ottenuto.
Abbastanza chiaro, no?
Il CTR, molto semplicemente, aiuta a capire quanto un annuncio sia interessante o rilevante per il pubblico target. Analizzando i CTR di diverse varianti di annunci, chi si occupa del marketing può identificare quali elementi (come immagini, testi o la posizione dell’annuncio) funzionano meglio e ottimizzare di conseguenza le future campagne, con un occhio sempre fisso al nostro amatissimo budget.
Quindi avere un CTR alto è sinonimo di successo?
Purtroppo no, il ragionamento non è così lineare. Come vale anche per le altre metriche delle campagne di advertising, anche per il CTR è importante non lasciarsi irretire: ad esempio, un annuncio potrebbe generare molti clic ma poche conversioni, come si dice in gergo marketing, ovvero pochi acquisti o iscrizioni. Inoltre, un CTR molto alto su un numero molto basso di visualizzazioni può non essere indicativo delle tendenze generali. È quindi importante considerare il CTR insieme ad altre metriche, come il tasso di conversione, per avere un quadro completo delle prestazioni di una campagna.
Conversion rate (tasso di conversione)
Il tasso di conversione è la percentuale di utenti che, dopo aver cliccato su un annuncio, compiono un’azione desiderata. L’intento dell’annuncio era far comprare un prodotto specifico nel tuo e-commerce? In base a quanti hanno comprato, potresti avere ottenuto un alto o basso conversion rate.
Oppure, se l’obiettivo della tua campagna era ottenere dei lead facendo compilare un form, misurerai quante persone, tra i visualizzatori della pagina, hanno effettivamente portato a termine la compilazione del form.
CPC (Costo per clic)
Questa metrica indica il costo medio per ogni clic ricevuto su un annuncio.
È particolarmente utile per gestire il budget di campagne pubblicitarie e ottimizzare la spesa in base all’efficacia degli annunci nel generare interazione.
CPM (Costo per mille)
Il CPM misura il costo per mille impressioni di un annuncio. È usato frequentemente in campagne mirate a incrementare la consapevolezza del marchio (brand awareness), dove l’obiettivo principale è raggiungere un vasto pubblico piuttosto che generare clic immediati.
CPA (Costo per acquisizione)
Il CPA è il costo medio per ogni acquisizione, che può essere una vendita, una registrazione, un download o qualsiasi altra azione desiderata che l’utente compie dopo aver cliccato sull’annuncio. Questa metrica è fondamentale per valutare l’efficacia di una campagna nel raggiungere obiettivi specifici oltre al semplice clic.
ROI (Return on Investment)
Il ROI, lo sa bene chi compila bilanci, è utile anche quando si parla di una campagna pubblicitaria. Si determina dividendo il profitto generato dalla campagna per il costo della campagna stessa. Serve ribadirlo che è importantissima?
Engagement rate
Misura l’interazione degli utenti con un contenuto pubblicitario attraverso azioni come mi piace, commenti e condivisioni. Questo indicatore è particolarmente rilevante nei social media e aiuta a comprendere quanto il contenuto sia coinvolgente.
Per i siti web
Ora vediamo di guardare più da vicino le metriche che riguardano nello specifico un sito web o e-commerce – e che potrai vedere ad esempio usando Google Analytics 4. Non servono magari per impostare una campagna Google Ads, ma possono essere fondamentali per capire come sta andando il traffico sul tuo sito. Ne citeremo giusto un paio, mentre per una trattazione completa consigliamo di rivolgersi a un esperto di SEO!
Bounce rate (Tasso di rimbalzo)
Nel contesto di un sito web, il bounce rate indica la percentuale di visitatori che lasciano il sito dopo aver visualizzato solo una pagina, senza interagire ulteriormente. Un alto tasso di rimbalzo può indicare che l’annuncio non è rilevante o che la pagina di destinazione non è efficace.
Average time on page (tempo medio sulla pagina)
Questa metrica misura il tempo medio trascorso dagli utenti su una specifica pagina web. Un tempo più lungo può indicare un contenuto più interessante.
Aggiungiamo, sul finale: attenzione quando si sceglie il fai-da-te, nelle campagne marketing. Il rischio è quello di sottostimare la difficoltà di un corretto bilanciamento e comprensione di tutte queste metriche.
C’è chi è già esperto, quindi perché non approfittarne?
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