Il dominio è come il nome dell’azienda: 

  • non può essere un duplicato;
  • rende riconoscibile il prodotto o servizio che offri;
  • ma soprattutto, il dominio deve essere in grado di difendersi dalle contraffazioni.

Se vogliamo trovare l’unica piccola differenza tra scelta del nome dell’azienda e scelta del dominio, possiamo dire che cambiare il nome dell’azienda è senz’altro più difficile di una migrazione (se chi si occupa della migrazione di dominio sa quello che sta facendo, ovviamente).

In ogni caso, vediamo come scegliere un dominio per il proprio e-commerce o sito aziendale senza cadere nei più comuni errori da principianti.

Meglio il nome generico o quello specifico?

Questa è la prima domanda che ci si deve porre, e attenzione perché la risposta non è univoca. Bisogna in primis fare una valutazione di mercato e di immagine.

Se ad esempio il tuo sito vuole creare delle recensioni e guadagnare tramite le affiliazioni, allora il nome generico è da preferire. Ad esempio “iristorantimigliori.com” può essere un buon nome di dominio per un sito che si occupa di recensioni di ristoranti. Oppure coseperlacasa.it può essere un valido nome per un sito che confronta diversi tipi di elettrodomestici e prodotti per la pulizia domestica e il fai-da-te.

Se invece il sito vuole connotarsi fin da subito come un e-commerce con un nome di brand forte, allora è sensato che il nome del brand finisca nel nome del dominio. Non c’è pericolo lato SEO perché il SEO Expert si curerà in seconda battuta di lavorare sulle pagine del dominio per indicizzarle correttamente.

Come traspare da queste poche righe, nella scelta tra brand sì/brand no il ragionamento è di business più che informatico, quindi non aspettarti di trovare la salvezza da una web agency.

.It, .com, .net…?

Una seconda domanda che bisogna porsi è se privilegiare il dominio .it, .com o .net, o un altro ancora – ultimamente ne sono fioriti moltissimi, .info, .eu, e altri.

Spesso capita che venga consigliato di scegliere dominio.it se si prevede di vendere solo in Italia e di optare invece per .com, .net o .eu se ci si rivolge all’estero.

In realtà non ci sono prove inoppugnabili di questa teoria, che vale come una direzione di massima. Alla fine molti privilegiano il ragionamento economico e optano per l’acquisto del  dominio che costa meno.

In quest’ultimo caso, bisogna stare in guardia: qualcuno potrebbe comprare un dominio alternativo al tuo, più costoso, e farti da lì una concorrenza spietata.

Attenzione al typosquatting

Un altro piccolo accorgimento, soprattutto se prevedi di crescere molto, se ti occupi di un settore strategico o in forte crescita, oppure se sei già un’azienda medio-grande, è cercare di prevenire il typosquatting. 

Si tratta di un tipo di attacco informatico che prevede l’acquisto di un dominio quasi uguale a un altro, con l’eccezione di qualche typo (errore di ortografia).

Ad esempio il sito Fumagalliarredamenti.it  può venire ricreato da un hacker come Fumagaliarredamenti.it (hai trovato l’errore?).

L’attacco informatico consiste nel fatto che la grafica del sito è perfettamente uguale all’originale e che l’utente è spinto dalla fiducia ispirata dal brand a inserire i propri dati. In realtà l’interfaccia che l’utente vede è malevola. 

Chi ha hackerato il sito potrà così avere accesso a informazioni sull’utente che possono essere personali o sensibili.

Quanto conta la scelta del dominio?

Se non si era capito: la scelta del dominio conta moltissimo.

La scelta del dominio contraddistingue la linea che il tuo brand vuole dare. Se si tratta di un e-commerce, i clienti memorizzeranno l’e-commerce con quell’esatto nome, indipendentemente dal fatto che sia lo stesso nome registrato in Camera di Commercio come marchio. 

Un nome di dominio difficile da digitare o da ricordare potrebbe tagliare fuori tutti quei clienti che non hanno l’abitudine di salvare siti preferiti, o che non hanno la cronologia di ricerca attivata. 

Il livello di pazienza di un utente online è molto basso, quindi chi non ricorda come si scrive il tuo dominio potrebbe semplicemente lasciar perdere e volare dritto dalla concorrenza.

Un ultimo consiglio: abbi cura di controllare sempre che non ci siano domini troppo simili al tuo e procedi nella tua valutazione del dominio con cognizione di causa, prendendoti il tempo necessario.

È vero che “si può sempre migrare il dominio”?

Certo, come abbiamo detto all’inizio non è complesso migrare un dominio, e spesso è una scelta necessaria per la sopravvivenza del marchio. Capita nella vita di un business che si cambi nome, che ci si specializzi in una nicchia, che si sia oggetto di una fusione aziendale o altro. È in quel momento che non si può più posticipare: urge aprire un nuovo dominio e migrare il contenuto del sito. 

Mettiamo le mani avanti però: la migrazione del sito è un’attività che può avere un impatto molto negativo sulla SEO e quindi se possibile sarebbe da evitare o da effettuare il minor numero possibile di volte. 

Devi proprio migrare? Almeno abbi cura di impostare bene i redirect, o rischi l’errore 404.

 

La scelta del dominio o la migrazione sono affari importanti. Rivolgiti ai professionisti giusti! Contatta GammADV per una consulenza!