Caratteri speciali e SEO: come evitare errori

Con “caratteri speciali”, o più correttamente “caratteri non ASCII”, intendiamo tutti quei simboli non inclusi nella codifica ASCII, e quindi caratteri matematici, lettere accentate e ideogrammi.

Non è tanto un problema trovarli, quando piuttosto capire come usarli nel proprio sito per non danneggiare la SEO.

Ad esempio: il tuo marchio ha un accento? 

Vuoi inserire un glifo in un titolo? 

Oppure vuoi indicizzare un articolo che contiene dei simboli particolari?

Per riuscire a rispondere a queste domande bisogna prima capire che impatto hanno i caratteri speciali sulla SEO.

Che cos’è il codice ASCII

L’American Standard Code for Information Interchange (codice ASCII) è un linguaggio informatico a 7-bit in grado di far visualizzare sullo schermo di un computer tutte le lettere standard, i numeri e gli spazi, oltre ad alcuni simboli. 

Dietro lo schermo, a ogni lettera, simbolo o numero corrisponde un altro numero univoco.

Facciamo una prova!

Apri un programma di videoscrittura (ad esempio Word); premi il tasto Alt della tastiera e digita sul tastierino numerico 363.

Noterai che sullo schermo appare una “k”. 

Per cosa vengono usati i caratteri ASCII?

Per i siti web, in modo da consentire una compatibilità più alta con diversi tipi di dispositivi (ad esempio, i cellulari e tablet). Oppure, anche nei prodotti audiovideo o per creare immagini bitmap.

Caratteri non ASCII

Per alcuni tipi di simboli, l’ASCII non è sufficiente e bisogna ricorrere allo standard Unicode, che richiede però l’uso di una quantità di dati più alta rispetto all’ASCII. Per tal motivo è diventato molto comune ricorrere ai simboli non ASCII.

Un uso comune, ad esempio, sono le emoji all’interno dei messaggi. 

Per usare questo tipo di caratteri speciali all’interno di un sito occorre una certa accortezza.

Ad esempio, nel nome di un dominio o di un URL: è consigliabile usare un URL encoding per creare il proprio dominio correttamente, se questo prevede dei caratteri non-ASCII. Chi usa WordPress e deve produrre un URL univoco – ad esempio – per un post nel blog, può sfruttare il creatore di URL, che esegue un URL encoding automatico.

E per la SEO?

I caratteri non-ASCII non sono necessariamente riconosciuti da tutti i browser, né da tutti i fornitori di domini web. 

Per dare una mano alla SEO, conviene quindi convertire i caratteri non ASCII, in modo da assicurarsi la facile lettura di ogni tipo di testo o simbolo. Dato che la conversione manuale porta via molto tempo, meglio lasciare tutto nelle mani di un software: ce ne sono molti in circolazione, la maggior parte sono editor di testo comuni. 

Una volta identificati i caratteri non ASCII, possiamo rimuoverli facilmente con un programma che supporta lo standard Unicode UTF-8: può essere un programma di editing testuale, oppure molto semplicemente Excel. 

Quindi bisogna rinunciare ai caratteri speciali?

No, non serve rinunciare a tutti i caratteri non alfanumerici. L’unico aspetto da considerare è la loro presenza o meno in uno standard Unicode. 

Quindi, accertati di aver “tradotto” tutti i caratteri speciali, di modo che gli utenti del tuo sito possano leggere comodamente la tua pagina senza incidenti di percorso.

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