Immagini create dall’IA: possono essere usate dai content writer?

Abbiamo già parlato in questo blog delle descrizioni prodotto automatiche, ma è un’altra la novità che sta generando scalpore nel mondo del copyright: le immagini create dall’IA a seguito di alcuni comandi testuali.

Le chiamano text-to-image e proliferano su diverse piattaforme, suscitando l’interesse non solo dei digital artist e dei curiosi, ma anche di chi si occupa della proprietà artistica dal punto di vista legale. 

Quindi, se il content creator ha bisogno di un’immagine copyright-free, può rivolgersi direttamente a questi software? L’Intelligenza Artificiale può rivendicare una proprietà intellettuale? Oppure l’immagine è dell’azienda che ha prodotto l’architettura dell’IA?

Il caso OpenAI

A luglio 2022 la piattaforma OpenAI ha sostenuto che gli utenti della loro piattaforma detenevano completamente la proprietà dell’immagine; secondo queste istruzioni, quindi, sembrerebbe che gli utenti potessero commercializzare le immagini create con il loro software (che si chiama DALL-E-2), oltre che stamparle, venderle e crearvi del merchandising.

Purtroppo non è così semplice.

Il rischio di essere citati in giudizio per plagio, non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa, c’è.

Come funziona la generazione di immagini con l’IA?

Il problema principale delle immagini generate con IA è che l’intervento dell’utente finale è minimo. 

Sei un utente che sente una vena artistica?

Sei un content creator a cui è nata una certa curiosità?

Sappi che è sufficiente infatti iscriversi a una delle tante piattaforme in questione, in qualche caso pagando, e poi sottoporre all’IA un’immagine o una stringa di testo.

Il testo spesso può essere scritto sia in linguaggio naturale – ovvero con una frase lunga – sia con delle caratteristiche scritte l’una di seguito all’altra.

Ad esempio nel software di generazione immagini MidJourney possiamo inserire le frasi “ A man defies a bull in a Corrida, grey and white” oppure “bull, Corrida, men, grey and white” e ottenere risultati simili.

Spesso le immagini in output che escono da questi tentativi sono imprevedibili e difficilmente controllabili.

Infatti, non parliamo di intelligenze artificiali a un grado di sofisticazione sufficiente da capire alla perfezione quella che è la nostra idea artistica. Per creare un’opera personalizzata, bisogna imparare l’arte.

Quindi a maggior ragione i critici di queste piattaforme sostengono che, essendo quasi nullo il ruolo dell’utente, ci sia una evidente violazione di copyright.

Capire come funziona il processo ci aiuterà a spiegare meglio questo punto.

Come funziona la generazione di immagini tramite IA

Queste intelligenze artificiali funzionano grazie al Machine Learning, l’apprendimento di tipo automatico che istruisce il computer in base ai dati in memoria.

In questo caso, i dati in memoria sono delle immagini raccolte dal web o da siti specifici. 

Un problema che sorge è la natura di queste immagini che “nutrono” il machine learning: si tratta di immagini copyright-free oppure protette dal diritto d’autore?

Quasi mai le piattaforme di generazione immagini con l’IA rendono disponibili le loro fonti iniziali di immagini, e questo rende molto difficile rispondere alla domanda.

Immagini generate con l’IA simili ad altre

In alcuni casi l’IA di questi software genera immagini simili ad altre immagini, magari protette da copyright. I casi sono due: o l’utente dà come input iniziale al software un’immagine protetta da copyright, e l’IA la modifica generandone un’altra di fatto simile. Oppure, anche con input testuale, gli algoritmi di machine learning fanno riferimento a delle immagini di base già protette da copyright. Se la tua IA ha generato una copia quasi perfetta di un quadro di Picasso, allora è molto probabile che quell’immagine finale possa essere tacciata di violazione del copyright.

In sostanza: il risultato finale di questa generazione automatica di immagini potrebbe essere “simile” ad altri dipinti, fotografie o immagini digitali già protette da copyright.

In alcuni casi, addirittura, è possibile per l’utente indicare al software a quale artista ispirarsi per produrre l’immagine finale.

Rimanendo sull’esempio di prima, avremmo:

bull, battle, men, grey and white, [Pablo Picasso]

Quindi, di chi è davvero quell’immagine che esce dall’IA, che con ogni probabilità assomiglierà moltissimo alla Guernica di Picasso?

Il concetto di fair use

Nella normativa del copyright esiste il concetto di fair use. In poche parole, un fair use è qualsiasi copia di materiale protetto da copyright fatta per uno scopo limitato e “trasformativo”, come commentare, criticare o fare la parodia di un’opera protetta da copyright. Tali usi sono consentiti senza l’autorizzazione del titolare del copyright. 

Le immagini generate con l’IA possono vincere i concorsi d’arte

L’intelligenza artificiale Midjourney ha generato un’opera d’arte che è stata in grado di vincere nientemeno che un concorso artistico, suscitando un certo scalpore tra gli artisti stessi.

È comprensibile un certa frustrazione, ma questo episodio ci fa capire che l’immagine generata dall’IA potrebbe essere del tutto originale e non sembrare copiata da nessun’altra sede.

Quindi i content creator possono usare queste immagini?

È ancora presto per avere una risposta definitiva. Nella maggior parte dei disclaimer che questi software di IA producono c’è scritto che i detentori del software declinano qualsiasi responsabilità legale per l’uso dei contenuti creati. 

Quindi, meglio che il tuo sito, e-commerce o blog abbia immagper ora è meglio non usare questi tipi di immagine